L’Osteoporosi rappresenta una malattia sociale, la cui incidenza aumenta con l’età, fino a interessare la maggior parte della popolazione con età superiore agli 80 anni, e infatti si stima che in Italia ci siano 3,5 milioni di donne e 1 milione di uomini affetti da Osteoporosi.
Tra gli anziani le fratture osteoporotiche sono una delle maggiori cause di decesso e nel 50% delle donne con fratture al femore si registra un’importante riduzione del livello di autosufficienza.
La Densitometria Ossea (DEXA) è una metodica che, utilizzando una dose molto bassa di radiazioni consente la determinazione della densità ossea nei distretti a maggior rischio di frattura (colonna vertebrale e femore) e supporta il medico nella diagnosi dell’Osteoporosi, nella conseguente valutazione del rischio di frattura e nel monitoraggio della risposta alla terapia.
La misurazione della densità ossea può essere eseguita in diversi distretti corporei, ma viene generalmente effettuata sul rachide lombare sino all’età di 65 anni e sul femore oltre tale età. In alcune situazioni cliniche è utile eseguire la misura su segmenti diversi (es. radio).
Sono comparabili solo le indagini densitometriche eseguite con lo stesso strumento e nello stesso sito scheletrico precedentemente esaminato.
L’eventuale controllo densitometrico non è giustificato prima di 18 mesi per la DEXA Vertebrale e di 18-24 mesi per la DEXA Femorale.
Densitometria Ossea: A chi è rivolta?
La Densitometria Ossea è indicata per:
- Donne con alterazioni ormonali in grado di provocare un’accelerata perdita di calcio (menopausa, irregolarità mestruali, amenorrea, anoressia, alterazioni tiroidee e paratiroidee)
- Uomini con alterazioni dell’assorbimento e del metabolismo del calcio e della vitamina D
- Pazienti di entrambi i sessi con intolleranze al glutine, sintomi da malassorbimento o sottoposti a lunghe terapie farmacologiche con corticosteroide.